domenica 16 ottobre 2016

Previsioni dollaro Usa e elezioni presidenziali

Questa settimana, gli operatori del forex, hanno assaggiato l’antipasto di quello che potrebbe succedere con il prossimo rialzo tassi della Federal Reserve. Già nella seduta di martedì scorso, l’euro/ dollaro ha una registrato una discesa importante, nonostante la pubblicazione delle minute della Fed fosse calendarizzata per il giorno seguente. Gli operatori hanno scommesso che il tempo per un rialzo dei tassi è ormai maturo.

Previsioni, poi, confermate anche dai verbali della banca centrale americana, dove è emerso che molti membri considerano opportuno aumentare il costo del denaro «relativamente presto ». Nell’ultimo incontro del direttivo della banca centrale americana è infatti emerso che tre votanti (contro cinque) erano favorevoli a un rialzo già durante quell'incontro. Erano cinque anni che non capitava un ratio di questo tipo. Musica per le orecchie degli shortisti che non vedono l’ora di uscire dalla stretta lateralità in essere da marzo scorso, che vede come supporto inferiore quota 1,0950 dollari (mentre quello superiore si trova a circa 1,15 dollari).

È ancora prematuro battezzare nel brevissimo periodo la discesa al di sotto del supporto ma sembra oramai chiaro che se non rompe nelle primissime sedute della settimana prossima è solo perché bisogna ritestare la rottura del supporto statico (ora diventato resistenza) a 1,1120 dollari. Il primo target ribassista oltre il supporto di 1,0950 dollari, risulta essere il minimo relativo d’inizio marzo a 1,0825 dollari, ma è tuttavia quota 1,0750 dollari a rappresentare il vero obiettivo dei forex trader. Vista la lateralità «allargata» in essere dal gennaio 2015 è comunque improbabile che questo target venga raggiunto con il primo rialzo dei tassi della Fed, considerata anche l’incongnita rappresentata dalle elezioni presidenziali americane del prossimo 8 novembre.

Con una vittoria della candidata democratica Hillary Clinton i piani della banca centrale non dovrebbero cambiare, mentre non sono chiari quali potrebbero essere gli scenari di breve/medio periodo in caso di vittoria del candidato repubblicano Donald Trump, considerato che non ha mai lesinato commenti al vetriolo sull’operato della Yellen.

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