sabato 24 febbraio 2018

Previsioni Euro, dollaro, yen, sterlina post elezioni italiane

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Il Dollar Index ha ritracciato positivamente nelle ultime due settimane (+1.2%), interrompendo per il momento il lungo trend di debolezza registrato a livello mensile (-1.8%), trimestrale (-4.9%) e annuale (-10.0%). La tendenza mostra prezzi superiori alla media mobile quindicinale. Alla base di questa inversione vi è stato il buon dato sui payroll americani che ha rafforzato l’attesa tra gli investitori che a fronte di un’inflazione in progressivo miglioramento e orientata al raggiungimento del target della Federal Reserve, nei prossimi mesi ed entro la fine del 2018 vi possano essere tre rialzi dei tassi d’interesse.

Per contro, l’Euro nei confronti del biglietto verde si è allontanato dal livello di massimo degli ultimi tre anni, raggiunto per lo più sul consenso di una normalizzazione anticipata della politica monetaria accomodante della Banca Centrale Europea. Relativamente alle currency scandinave, sia la Corona norvegese sia quella svedese hanno perso terreno nei confronti di USD ed Euro. La Norges Bank nella riunione di fine gennaio ha deciso di mantenere invariato il policy rate al +0.50% a fronte di un quadro economico invariato rispetto a dicembre.

La Riksbank, in considerazione di recenti statistiche economiche svedesi deludenti - in primis la congiuntura che permane pressoché stagnante - dovrà esser ancor più cauta del previsto nell’uscire dalla politica monetaria accomodante. Le ultime due settimane hanno visto risalire il grado di volatilità sui mercati, con un deciso atteggiamento di risk-off da parte degli operatori. Di conseguenza, gli acquisti si sono concentrati sulle principali valute rifugio. Al riguardo, il Franco svizzero ha proseguito il trend iniziato già a metà gennaio.

 Anche lo Yen si è apprezzato sull’euro, ma si è mosso in controtendenza rispetto al dollaro USA, a causa del ritrovato slancio del biglietto verde sostenuto dai timori di un rialzo del costo del denaro più rapido del previsto. Per quanto riguarda l’economia giapponese, continua la debole dinamica inflazionistica che ha portato la BoJ a mantenere invariata la politica monetaria e ad effettuare un’operazione straordinaria di acquisto titoli a lungo termine.

 Il secondo maggior apprezzamento dell’Euro è avvenuto nei confronti della Sterlina inglese, ancora penalizzata dalle incertezze riguardo Brexit. Secondo il governatore Carney, l’uscita dall’UE sta costando circa 10 miliardi di sterline l’anno, penalizzando la crescita del GDP. Infatti, anche se l’economia da giungo 2016 ha fatto meglio delle previsioni della BoE, nei primi tre trimestri del 2017 il ritmo di espansione è stato il più basso tra quelli del G7.

Il dollaro australiano si è indebolito nei confronti sia della moneta statunitense sia di quella europea. Nella sua prima riunione dell’anno la RBA ha mantenuto invariati i tassi di riferimento, dopo che i dati CPI relativi al Q4 2017 si sono mostrati inferiori alle attese. Inoltre, i prezzi dei metalli sono stati più deboli ed il generale clima di avversione al rischio sui mercati non ha favorito la valuta oceanica.

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