giovedì 23 novembre 2017

Attenzione a opzioni binarie e Cfd

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Le autorità di controllo sono sempre più vigili sugli strumenti speculativi a partire da opzioni binarie, Cfd e rolling spot forex (strumenti che replicano l’andamento delle valute). In ordine di tempo l’ultima mossa è stata messa in campo dall’Esma, che già aveva lanciato un avvertimento più di un anno fa. In particolare nel giugno scorso l’autorità europea ha comunicato che sta lavorando ad un’apposita comunicazione relativa all’utilizzo dell’articolo 40 Mifir per interventi a tutela degli investitori.

La misura in discussione riguarda la possibilità di introdurre in tutti i paesi alcuni vincoli (presenti già in alcuni Stati) come i limiti all’uso della leva, limiti alle perdite dei clienti e infine restrizioni sulla pubblicità e sulla distribuzione di Cfd, rolling spot forex e opzioni binarie: qualsiasi misura dovesse essere approvata non entrerebbe in vigore prima del 3 gennaio 2018.

Anche la Consob nell’ultima relazione ha sottolineato che nel corso del 2017, anche alla luce dei lavori svolti in ambito Esma, «continuerà il monitoraggio nei confronti degli intermediari comunitari attivi sul territorio nazionale in Cfd e prodotti similari». Nei mesi scorsi l’autorità italiana aveva anche lanciato un vero e proprio allarme giudicando questi strumenti non adatti a tutti gli investitori. Nel dettaglio la Consob sottolinea che la particolarità dei Cfd e dei rolling spot forex è che, nel corso dell’investimento, a seconda dell’andamento del sottostante, «agli investitori può essere richiesto il versamento di ulteriori somme a integrazione del capitale inizialmente investito. Il risultato dell’operazione (perdita o guadagno) può essere ben superiore all’importo versato».

Questo è uno punti molto importanti su cui sta lavorando anche l’Esma. Il fenomeno delle perdite oltre il capitale investito salì alla ribalta nel gennaio del 2015 dopo il violentissimo movimento del franco svizzero. Quando si verificano repentine oscillazioni sul mercato, con l’uso della leve, in presenza poi di scarsa liquidità, rischiano di non funzionare gli stop e quindi le perdite dilagano oltre il capitale investito anche se molti broker hanno adottato strategie ad hoc per evitare questi fenomeni.
Le opzioni binarie sono invece giudicate, dalla stessa Consob, «delle vere e proprie scommesse. Viene promesso il pagamento di un importo predeterminato se l’evento su cui si “scommette” si verifica entro la scadenza prevista, talvolta anche dopo pochi minuti. È impossibile fare previsioni fondate in un così breve periodo di tempo». Per tutti e tre i prodotti in questione, alla componente rischiosa si aggiunge l’opacità informativa legata ai canali di distribuzione e alle pratiche commerciali che ne promuovono la diffusione: comunicazioni pubblicitarie diffuse e fuorvianti, chiamate telefoniche ripetute e insistenti, invio massivo e non richiesto di e-mail, offerta di bonus iniziali o ricorrenti. Infine c’è il rischio di broker abusivi e quindi è fondamentale che il soggetto offerente sia autorizzato a operare in Italia e questo si verifica consultando gli appositi elenchi tenuti dalla Consob e dalla Banca d’Italia

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