Euro/dollaro. Il cambio, dopo essersi scontrato con la solida resistenza grafica posta a quota 1,13, ha subito una brusca flessione ed è sceso fino a un minimo di 1,0350. La struttura tecnica di medio termine rimane pertanto precaria ed è confermata dalla posizione short dei principali indicatori direzionali. Da un punto di vista grafico, tuttavia, solo una discesa sotto 1,0350 potrebbe fornire un nuovo segnale ribassista, con un primo obiettivo a 1,0310- 1,0305 e un secondo obiettivo attorno a 1,0275-1,0270. Un rimbalzo, favorito dal forte ipervenduto di breve termine, dovrà invece affrontare un primo ostacolo a 1,0535-1,0540 e una seconda barriera in area 1,0640-1,0660. Una prima dimostrazione di forza arriverà soltanto con il ritorno 1,0670 ma, prima di poter iniziare una risalita di una certa consistenza, sarà comunque necessaria un’adeguata fase laterale di riaccumulazione.
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Euro/sterlina. Le quotazioni, dopo essere salite fino a un massimo di 0,9224 (raggiunto all’inizio del mese di ottobre), hanno subito una rapida correzione e sono scese verso il sostegno situato in area 0,8350- 0,83. La tenuta di questa zona assume particolare rilevanza in quanto può favorire la costruzione di una base accumulativa. Un rimbalzo dovrà affrontare un primo ostacolo a quota 0,8630-0,8640: solo il ritorno sopra quest’ultimo livello potrebbe fornire una dimostrazione di forza e innescare un allungo verso 0,8730 prima e attorno a 0,88 in un secondo momento. Da un punto di vista grafico, invece, un nuovo segnale ribassista arriverà con il cedimento di quota 0,83.
Euro/yen. Il cambio, dopo aver superato la resistenza posta a quota 116, ha iniziato un solido movimento rialzista e si è spinto in area 124-124,10. La tendenza di breve termine è quindi positiva: il breakout di 124,10 fornirà pertanto un nuovo segnale long, con un primo target a ridosso di quota 125 e un secondo obiettivo a 125,50- 125,60. Un’eventuale correzione dovrebbe invece arrestarsi a contatto con il supporto situato a ridosso di quota 120,90. Pericolosa una discesa sotto quest’ultimo livello in quanto potrebbe innescare una rapida flessione verso 119,50 prima e in area 118,70-118,50 in un secondo momento. Difficile per adesso ipotizzare un’inversione ribassista di tendenza.
Sterlina/dollaro. Lo shock provocato dalla Brexit ha innescato due brusche ondate ribassiste, con il cable che è sceso a quota 1,28 prima e fino a un minimo di 1,20 in un secondo momento. Il quadro tecnico di medio periodo rimane pertanto precario: per le prossime sedute è importante che il cambio rimanga al di sopra del sostegno situato in area 1,215- 1,21. La tenuta di questa zona può favorire una fase riaccumulativa, premessa indispensabile per poter iniziare una risalita di una certa consistenza. Solo il ritorno sopra 1,2750 potrebbe tuttavia provocare un’inversione rialzista di tendenza.
Dollaro/yen. Il cambio si trova all’interno di una solida tendenza rialzista di breve termine ed è salito fino ad un massimo di 118,65. Il breakout di quest’ultimo livello aprirà ulteriori spazi di crescita, con un primo target teorico a quota 120 e un secondo obiettivo attorno a 121,40-121,50. Un’eventuale correzione troverà invece un primo sostegno a quota 114,80- 114,75 e un secondo supporto a ridosso di 113. Difficile per adesso ipotizzare un’inversione ribassista di tendenza.
Dollaro americano/dollaro neozelandese. Le quotazioni, dopo aver testato il sostegno situato a 1,3830-1,38, hanno compiuto un veloce balzo in avanti e sono salite fino a 1,45. L’analisi dei principali indicatori quantitativi evidenzia un interessante rafforzamento della pressione rialzista, con l’Macd e il Parabolic Sar che si sono girati in posizione long. Dopo una breve pausa di consolidamento (pullback) al di sopra di 1,415 è pertanto probabile un nuovo allungo, con un primo target a 1,4650 e un secondo obiettivo in area 1,4760-1,4780.