lunedì 2 febbraio 2015

Previsioni 2015 su lira turca con petrolio al minimo

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Perchè il calo del greggio aiuterà la lira turca
Il decennale governativo paga il 7,19% , la valuta è ritenuta sopravvalutata Inflazione sotto controllo No mancano i rischi Il governativo decennale turco rende il 7,19% un rendimento interessante per i riasparmiatori ma occorre guardare all'inflazione e al rischio cambio per evitare spiacevoli sorprese a fine dell'operazione. Nel 2014 la lira turca, come molte altre valute emergenti e non, si è deprezzata verso il dollaro (-10,1%) chiudendo l'anno a 2,33 lire turche contro dollaro. La stessa tuttavia si è leggermente apprezzata nei confronti dell'euro (+ 2% a 2,82 lire turche contro l'euro).

Quest'anno però c'è un elemento in più da tenere sotto osservazione: in prospettiva, la marcata discesa del prezzo del petrolio potrebbe determinare un sostanziale riduzione del disavanzo corrente e favorire il contenimento delle pressioni inflazionistiche, offrendo così un supporto al cambio che dovrebbe rafforzarsi. Tutto bene, dunque? Non proprio. Il rischio valutario tuttavia permane, considerando che la valuta è ampiamente sopravalutata, anche se oggi appare minore nel breve-medio periodo.

L'Fmi, nel rapporto 2014 sul paese sul Bosforo, ha evidenziato, con riferimento al valore del cambio reale effettivo nel 1° trimestre 2014 (102) un condizione di sopravalutazione dello stesso compresa tra il 10 ed il 20%. Il successivo apprezzamento del cambio reale effettivo (8%) ha accentuato questa condizione di sopravvalutazione.

« L'inflazione della Turchia sta calando rapidamente grazie ad un rallentamento piuttosto ampio dell'aumento dei prezzi e non solo per il calo del prezzo del petrolio a livello internazionale e dei prezzi del settore alimentare a livello locale. Per la prima volta dopo tanto tempo, il tasso di riferimento reale è positivo seppur marginalmente. Le previsioni danno un calo ulteriore dell'inflazione nei prossimi mesi, alimentando così le attese sui tagli dei tassi di riferimento ufficiali», conferma anche Nordea Asset Management.

«Se l'inflazione scende in modo significativo, anche grazie al calo del petrolio, la Banca centrale turca taglierà i tassi di interesse fino a 100 punti base entro la metà del 2015. Comunque sono arrivati 1,6 miliardi di dollari di investimenti stranieri verso i bond turchi alla fine del terzo trimestre 2014. Io suggerisco il bond con scadenza 14 settembre 2022 con un rendimento dell'8.50%», afferma Martin Rea, di UniCredit Research. «L'inflazione a dicembre 2014 era al di sotto del consenso al 8,17% su base annua e ci aspettiamo - prosegue Rea - che continui a scendere al 6, 6 % entro la fine del primo trimestre 2015».

Insomma come ricorda in una nota Mps Capital Service il calo del prezzo del petrolio provocherà «l'apprezzamento delle valute dei paesi importatori di petrolio ( rupia indiana e appunto lira turca) contro il deprezzamento della valute dei paesi produttori ( rublo, corona norvegese)». La regola forse è un po' rozza perché non tiene conto del calo dei possibili tassi di interesse ma alla fine può essere considerata una buona linea di orientamento da seguire in vista di un investimento verso i mercati emergenti.

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