lunedì 26 maggio 2014

Previsioni cambio euro dollaro australiano

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dollaro australiano euroL’analisi tecnica è ancora favorevole al dollaro australiano. La valuta ha continuato a salire rispetto all’euro negli ultimi sei mesi toccando i massimi storici e avvicinandosi a quota 1,46/1,47, un livello il cui superamento confermerebbe il trend rialzista.

La motivazione fondamentale più utilizzata nelle analisi riguarda l’ulteriore espansione monetaria convenzionale e probabilmente quantitativa che secondo le attese sarà attuata a breve termine dalla Banca centrale europea per sostenere la fragilità della congiuntura nel combattere la perdurante disoccupazione.

Sul fronte dei tassi interni la pubblicazione di un budget di bilancio piuttosto severo, che prevede un ritorno all’avanzo primario per la prima volta negli ultimi 10 anni, non sembra aver avuto impatti significativi per la politica monetaria australiana. I tassi di riferimento sono stabili a un minimo record del 2,5% e il mercato degli swap vede con una probabilità del 50% un unico incremento nei prossimi 12 mesi.

L’appiattimento della curva realizzato nelle ultime settimane, con il rendimento a 10 anni che si è portato sotto il 4% riducendosi ulteriormente fino al 3,75%, indica che le attese di ulteriori rialzi dei tassi a breve sono state spostate in avanti nel tempo, e che la forza stessa del cambio contribuisce a rafforzare il controllo dell’inflazione.

Gli spread con il comparto dei titoli di stato Usa si è notevolmente ristretto: se infatti in precedenza la Fed era vista in ritardo rispetto alla Reserve Bank of Australia, il mercato attende ora un’azione contemporanea da parte delle due banche centrali. Molto probabilmente anche il ruolo delle ragioni di scambio sta contribuendo a rafforzare la divisa del principale Paese esportatore nel mondo. Se infatti da un lato persistono imponenti sacche deflattive che costringono le principali banche centrali sulla strada dell’espansione monetaria, dall’altro la congiuntura internazionale evidenzia alcuni segnali di espansione e di tenuta della ripresa che contribuiscono al rafforzamento della domanda di materie prime industriali.

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