lunedì 29 luglio 2013

L’Orizzonte temporale nel Forex

Se la tua attività di trader sul mercato delle valute non sta dando gli effetti sperati e stai vivendo giorno dopo giorno in costante “bombardamento” mediatico (dato da svariate news che vedono il peggior scenario o l’esatto opposto), allora significa che ci si deve fermare e aggiustare la propria filosofia di trading oltre che la propria metodologia e il proprio piano d’azione. Se quello che scriverò tra poco fa parte della tua trading routine devi cambiare utilizzando esclusivamente il grafico daily come time frame.

Dunque, stai sbagliando se fai:
  • Troppa analisi
  • Over trading •
  • Over leverage
  • Paura di operare
  • Dipendenza dai grafici
Se sei abituato ad operare intraday, sei portato a cercare più segnali. Il grafico daily tende ad avere meno “falsi segnali” perché non permette alle news della giornata di far fallire una determinata situazione grafica e di prezzo. Se il segnale sul grafico daily fallisce spesso significa che in quel mercato sta cambiando qualcosa.

Quando lavori come trader sul forex con metodi intraday hai, ogni giorno e ogni ora, parecchie news che continuano ad affluire nella tua piattaforma di trading e questo può apportare indecisione nonché paura di operare. Se tu non hai una strategia di riferimento come può essere la mia price action naked fatta su grafici daily è naturale che la confusione e la paura possa distruggere il tuo operato intraday.

L’attenzione ai dettagli
Molti intraday traders perdono ore analizzando i grafici e cercando opportunità durante il giorno apportando stress e diminuzione dell’attenzione ai dettagli.  Alla fine della giornata abbiamo il riassunto di quello che è stato il conflitto tra orsi e tori ed è solo così che avrò il risultato della partita. Saprò quindi chi ha vinto e chi ha perso attraverso le 24 ore di contrattazione, che al loro interno hanno subìto news di vario tipo. La mia analisi sarà veloce, semplice e senza perdere tempo, seguendo il rumore, ma solo la verità. Tutto questo grazie ai grafici daily. Il più “fresco” telegiornale economico per chi vuole sapere la realtà in tempo reale!

Conclusioni Da quando sono passato a lavorare esclusivamente sui grafici daily, il mio trading è cambiato. La cosa importante da fare ora è capire che tipo di trader vuoi essere e da qui cominciare a lavorare per far si che non sia solo un sogno, ma una realtà. Nel mio sito www.hereforex.com trasmetto a chi vuole imparare le mie strategie di price action e il mio piano di lavoro con tutte le regole fondamentali per operare professionalmente nel trading sul forex. La vera price action è solo sui grafici daily, il resto è altro.

Questa è un articolo incompleto sull'operatività sul Forex (la parte strettamente operativa è stata tagliata). Inizia a tradare con Markets.com  e ricevi una serie di utili consigli per operare con successo sul Forex

lunedì 22 luglio 2013

Previsioni euro–dollaro. Investimento prudente

Credo che i momenti di incertezza siano i più difficili da gestire; pazientare per un evento che dia il via a un nuovo ciclo, che frequentemente arriva nei tempi e nei modi diversi da quelli attesi, è un esercizio non facile: stare in attesa nel trading, come nelle mille pieghe della vita, è difficile. Anche alla luce delle più accurate analisi per identificare il timing migliore per entrare in gioco, a volte il movimento laterale sembra non finire mai e ogni volta che prendiamo posizione per la rottura della parte alta o bassa del range restiamo scottati, perché tutto rientra nella calma del trading range. In questi momenti adottare una strategia di investimento basata sul cash puro (acquistare o vendere spot una certa divisa contro un’altra) sembra la soluzione meno proficua; l’incertezza del movimento si traduce in improvvisi cambi di direzione che inducono il più delle volte a stoppare la posizione con conseguenti perdite secche non sempre di piccola entità.

Alla luce di quanto detto, una possibile soluzione potrebbe essere posizionarsi nel mercato attraverso le opzioni. In linea generale si può dire che, pagando un premio upfront, possiamo proteggerci dalle oscillazioni avverse del cambio, senza però rinunciare ad andamenti favorevoli. Nato originariamente per coprire il rischio cambio legato alle transazioni commerciali, questo strumento sempre più spesso viene utilizzato per il trading e, se maneggiato con le giuste accortezze, può rivelarsi assai profittevole e con un livello di rischio decisamente contenuto. Per comodità del lettore ricordiamo che l’acquisto di un’opzione call equivale a una posizione lunga sul sottostante, mentre un’opzione put equivale a una posizione corta sul sottostante. Il costo dell’opzione, che chiameremo premio, rappresenta la perdita massima che lo speculatore deve sostenere nel prendere posizione e, se consideriamo l’estrema incertezza e l’indecisione che caratterizzano questi ultimi mesi, offre un approccio decisamente più sereno e distaccato verso il mercato.

Tralasciando le tecnicalità sul pricing/ valutazione delle opzioni, cercheremo di evidenziare i vantaggi di una posizione tramite opzioni verso una posizione spot utilizzando come case study la decisione della Bce di inizio maggio e il relativo impatto sull’andamento dell’euro/dollaro. Come si aspettavano i maggiori player di mercato, il 2 maggio la Bce ha tagliato il tasso di riferimento di 25 basis point, portandolo al minimo storico dello 0,50%. Il taglio è stato accompagnato da dichiarazioni di alcuni membri del consiglio che aprivano le porte a ulteriori riduzioni ipotizzando anche tassi in territorio negativo; per contro l’istituto centrale ha mostrato un po’ di riluttanza verso ulteriori forme di facilitazione creditizia (ad esempio l’aumento dell’importo di titoli da acquistare).

Sullo sfondo di questa decisione ci sono i dati negativi provenienti dalle maggiori economie europee (Italia, Spagna e Francia), a eccezione della Germania che, diversamente dalle aspettative, fa uscire dati positivi (Industrial output +1,2 vs +0,5), e la generale situazione dell’Eurozona i cui rischi sono ancora spostati al ribasso. In un contesto cosi definito l’euro/dollaro non ha mostrato evidenti segni di cedimento. In particolare nel giorno della decisione il cambio da 1,3150 è rimbalzato fino 1,3210 per poi ricadere in area 1,3050 e tornare nuovamente in area 1,3150 nelle 12 ore successive. Non si può negare che sia il taglio del tasso sia le dichiarazioni di apertura a tassi negativi avrebbero dovuto spingere il cambio verso un livello inferiore, rispetto a quello attuale, in considerazione anche dei buoni dati americani usciti poche ore dopo il meeting della Bce (aprile Non-Farm Payrolls a 165K rispetto al consenso a 148K). Una spiegazione può essere ricercata nell’outflow di capitali dalla divisa nipponica a causa delle continue svalutazioni che hanno portato gli investitori verso la zona euro e in particolare verso i titoli dei paesi periferici (Italia, Spagna, Portogallo) a più elevato rendimento.

Questa potrebbe essere la causa del restringimento degli spread (in Italia a 250 punti base ai minimi dal 2011) e della relativa forza dell’euro/dollaro. Ulteriore informazione che avvalora questa tesi è il dato sugli acquisti di titoli stranieri da parte degli investitori giapponesi nel periodo dal 22 aprile al 3 maggio per un totale di 510 miliardi di yen e un saldo netto a favore degli acquisti. A mio parere, una volta terminati questi flussi di riallocazione, il mercato si focalizzerà maggiormente sui dati macro e il cambio Eur/Usd potrebbe cominciare a muoversi verso il basso con un obiettivo per fine anno in area 1,2000. Come si diceva, l’acquisto di un’opzione, oltre a fornire un buon buffer temporale, offre anche un’ampia protezione su possibili perdite derivanti da rimbalzi guidati da rumor o da false interpretazioni di qualche dato macro. In particolare potrebbe rivelarsi una valida strategia per il 2013 l’acquisto di una opzione Eur put Usd call su un orizzonte temporale di sei mesi per aumentare le probabilità di centrare il possibile movimento al ribasso.

Lo strike in area 1,2900 sembra un livello interessante in considerazione del fatto che l’opzione costa circa 200 punti base (spot ref 1.3150) spostando il break even a 1,2700, che è proprio il livello di rottura tecnico che potrebbe aprire la strada verso 1,2000. Infatti, come possiamo osservare dal grafico, anche l’analisi tecnica sembra avvalorare la nostra ipotesi. Assumendo che la formazione testaspalle abbia un corretto sviluppo, vediamo che alla rottura della neck line situata in area 1,2700, l’obiettivo si situa in area 1,20/1,17 ovvero ribaltando dalla neck line la distanza tra la testa della figura 1,37, la base delle spalle 1,27. In questi momenti di incertezza bisogna cercare di mettere insieme tutti i pezzi del puzzle, pianificare una strategia, metterla in atto e aspettare: avere pazienza molte volte paga più di ogni repentino cambio di idea. Inoltre bisogna evitare di lasciarci influenzare da discorsi demagogici quando si parla di opzioni. Molte volte sono una valida alternativa per mitigare il rischio.

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mercoledì 17 luglio 2013

Previsioni oro – perché non vendere oro fisico

crollo-oro-investire In ogni angolo della Cina si trovano negozi in cui è possibile acquistare oro. In ogni angolo della Germania (ma anche dell’Italia, ndr) si trovano negozi in cui è possibile rivendere oro. Non succedeva dieci anni fa. Non è questo un esempio emblematico del cambiamento che sta vivendo il mondo?

Ma è una buona idea portare l’oro in uno di questi negozi? Probabilmente no. Il possesso materiale di oro dovrebbe servire a conservare valore. I lingotti e le monete d’oro dovrebbero rappresentare una sicurezza in caso di emergenza. Gli investitori tattici, che hanno acquistato oro in passato allo scopo di incrementarne il valore, dovrebbero però essere in allarme.

Da novembre l’indice azionario S&P 500 sta registrando un andamento al rialzo, mentre l’oro al ribasso. E’ la prima volta negli ultimi dodici anni di andamento al rialzo dell’oro che si verifica una flessione, mentre le azioni salgono. È molto probabile una correzione nel prezzo dell’oro. Dal 2001 non è mai stata registrata una riduzione del prezzo.

Una fase di incremento così forte, mai interrotta da correzioni estremamente insolita per ogni mercato, anche per quello dell’oro. Dal grafico sul “rapporto Dow/Oro” da gennaio 2011 a dicembre 2012 si evince che potrebbe essere raggiunto un importante punto di svolta nel ciclo degli investimenti. Da ora in poi le azioni devono essere acquistate al momento delle correzioni e l’oro al momento del recupero dei prezzi.

lunedì 15 luglio 2013

Opinioni sul broker forex Markets.com

Opinioni raccolte online su Markets.com dai principali forum in inglese

broker-forex-marketscomSto usando Markets.com da circa 3 mesi ormai. Ho un conto micro (100 $) e fino a questo momento non ho alcuna lamentela da loro. Se ho domande o problemi, il personale di supporto risponde molto velocemente per telefono o via e-mail (da 30 minuti a qualche ora). Vorrei aggiungere i loro commenti giornalieri e settimanali come un plus.
 
Voto questo broker come buono, ma io sono nuovo nel forex e questo è il mio primo vero e proprio conto.
Markets.com sembra essere me dare un buon servizio per la mia piccola 100 $ conto. L'unica nota negativa è stata quando il sistema è andato giù una volta, da alloro ho imparato a impostare lo Stop Loss  sempre. Il mio account manager mi sta rispondendo alla e-mail abbastanza spesso e lo spread rimane sempre a 3 pips, che altro ci si può aspettare per 60ct per ogni transazione!

piattaforma-markets-forex

Ci sono molte coppie di valute, mi piace molto perché ci sono molte stock commodity (materie prime), e CFD di società.
Non ero sicuro di quanto fosse legittimo questo broker in un primo momento, ma presto mi sono reso conto che questo è uno dei migliori in circolazione. Gli spread sui più importanti coppie raramente cambiano, e l’esecuzione degli ordini è veloce. La piattaforma è facile da usare, e le classifiche sono molto belle. Ero preoccupato che il processo di ritiro sarebbe stato un problema, ma ho avuto i miei soldi entro 3 giorni, e sì che avevo fatto un piccolo profitto e anche avuto il mio bonus in cima a quello.

Markets èun ottimo broker. Persone di supporto sono sempre pronte. Ho affrontato alcuni problemi con il mio account manager, quando non era disponibile per una settimana. La maggior parte di loro hanno blackberrys così rispondono in giornata. Una volta, ho avuto un problema con la mia piattaforma e c'erano più di 3 persone a darmi una mano. Tutti i depositi effettuati da me sono stati tempestivi e pure i prelievi. Hanno grandi offerte di bonus ogni volta e bassi spread. È possibile scegliere tra spread fisso / variabile. Ampia gamma di servizi.

Prima di iniziare ad operare con soldi veri, apri un conto demo per testare i servizi e le piattaforme di trading: Markets.com. In questo momento offre il miglior bonus per apertura di un conto reale: fino a 2.000 dollari. Cerca di approfittarne finché c'è.

venerdì 12 luglio 2013

Forex su quale valuta puntare fuori dall’euro?

La grande paura di una crisi catastrofica della divisa comune europea aveva spinto gli investitori a diversificare parti cospicue del portafoglio in titoli denominati in altre valute: dollaro statunitense e australiano, corone svedesi e norvegesi, franchi svizzeri e sterline. Ma la buona tenuta dell’euro ha di fatto sterilizzato le prospettive di performance della diversificazione valutaria.

Se si guarda alle variazioni del cambio negli ultimi 12 mesi l’unico guadagno di una qualche rilevanza è stato realizzato dagli investitori che hanno scommesso sulle corone svedesi, che si sono apprezzate contro euro del 4,4%. Negativo il bilancio a un anno anche per il dollaro Usa (-5%) e australiano (-6%). Sostanzialmente stabili corone svedesi e franchi svizzeri (cambio fisso a 1,20).

Anche sul versante dei rendimenti c’è poco da stare allegri. Le emissioni ad alta sicurezza di paesi che godono di un giudizio di rating doppia o tripla A non possono che offrire cedole ridotte all’osso. E se le obbligazioni australiane a due anni arrivano a offrire una cedola del 2,5%, sulle scadenze entro il 2015 gli investitori riescono tutt’al più a racimolare qualche decimo di punto. Come lo 0,15% del bond in franchi svizzeri di General Electric o lo 0,48% dell’emissione in sterline della Banca europea per ricostruzione e lo sviluppo (Ebrd).

«Una diversificazione valutaria del 5-10% del portafoglio obbligazionario rappresenta comunque una sicurezza per gli investitori e le valute con il miglior potenziale rimangano quelle del Nord Europa, le corone svedesi e norvegesi», conclude Marcello Ferrara, analista del reddito fisso di Consultique Sim.

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mercoledì 10 luglio 2013

Come investire sull’oro fisico e finanziario

In aprile in 5 giorni l'oro ha perso oltre il 13%, le azioni delle miniere d'oro oltre il 14%. Nella seconda parte del mese l'oro ha recuperato l'8%, le miniere solo il 2%. Ecco che fare.

investimenti in oroCominciamo dall'investimento in oro fisico (1.468 dollari l'oncia) che hai fatto acquistando l'Etfs gold bullion securities (107,4 euro, Isin GB00B00FHZ82).Mantienilo nei limiti di un 5% del tuo portafoglio. Il tracollo dell'oro è stato determinato dalle speculazioni sul ribasso del prezzo del metallo giallo fatte da alcuni grandi investitori.

Oggi alcune di quelle speculazioni sono ancora aperte. Questo significa due cose. Primo: potrebbe esserci un ulteriore calo dell'oro fino a quota 1.327 dollari l'oncia – l'abbiamo individuata utilizzando la sequenza di Fibonacci. Secondo: se il calo, però, non ci fosse, magari per gli acquisti d'oro da parte delle Banche centrali, gli investitori correrebbero a chiudere le speculazioni, comprando metallo giallo e facendone risalire il prezzo. Morale: ci aspettiamo diversi su e giù nei prossimi giorni. Non è il caso, né di vendere, né di incrementare.

Puntare sulle azioni aurifere?

Il bilancio della scommessa sulle miniere d'oro è, invece, negativo – ti avevamo consigliato l'Etf Market vectors jr miners (12,82 dollari, Isin US57060U5891).

La storica correlazione che voleva i titoli delle miniere d'oro seguire gli alti e i bassi dell'oro, amplificandoli, è al momento venuta meno. I motivi sono due. Il primo è prettamente finanziario: in passato le miniere d'oro erano per molti investitori l'unico strumento a disposizione per puntare sui movimenti dell'oro. L'introduzione degli Etf sull'oro fisico ha reso l'oro molto più accessibile: gli Etf hanno così attratto progressivamente l'attenzione degli investitori a discapito delle miniere – l'Etf Spdr gold trust negli Usa è uno degli Etf col patrimonio più grande al mondo. Il secondo è economico: i costi di estrazione, anche per l'instabilità politica in cui si trovano alcune di queste miniere, sono aumentati esponenzialmente, riducendo i margini di guadagno di queste società.

Che fare? Il settore nel complesso ha ora indicatori di convenienza migliori di quelli diWall Street – per esempio, il rapporto prezzo/valore contabile, una sorta di prezzo al metro quadro delle case, è di 1,2 contro il 1,5 della Borsa Usa. Molte società hanno, inoltre, intrapreso piani di ristrutturazione che dovrebbero far bene alla redditività. I rischi restano però elevati, e il venir meno dell'effetto leva – le miniere guadagnavano più dell'oro quando questo saliva – rende questo investimento meno appetibile. Tieniti pronto a vendere le tue quote in caso di rimbalzo dei prezzi.

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Previsioni euro nel 2013

previsioni euro forexLa crisi non è ancora passata. Ma il 2013 sarà l’anno in cui per la prima volta i politici metteranno in campo soluzioni strutturali, come per esempio l’unione bancaria. Nel luglio di quest’anno la Banca Centrale Europea (BCE) diventerà l’unico organo di vigilanza bancaria per le banche principali dell’Eurozona e nel gennaio del prossimo anno per tutte le banche. Ciò significa un passo avanti verso una successiva armonizzazione delle norme sui crediti bancari in tutta Europa e infine verso un fondo centrale per la garanzia dei depositi. Si tratta di un decisivo passo avanti verso un Euro più forte, in quanto eviterebbe la fuga di capitali dai Paesi a rischio verso quelli dell’Europa centrale, che da alcuni anni ha peggiorato ancora di più la crisi della periferia.

Molti osservatori dei mercati hanno visto solo insuccesso nel progetto Euro. Cosa pensa dell’Euro? La moneta è destinata a sopravvivere? Quali prospettive riconosce nell’Eurozona per l’anno 2020? Una unione forte o piuttosto un gruppo debole di Stati che hanno più una visione individualista che unitaria? Secondo la mia previsione, l’Euro costruirà un gruppo più forte con un sistema di garanzia che aiuterà i Paesi con problemi finanziari. Me nell’Eurozona ci saranno anche meccanismi contro il rischio soggettivo, cioè per fare in modo che gli investitori e i Paesi non utilizzano queste garanzie. Da quest’anno tutte le obbligazioni di Stato europee includono clausole a favore della conversione del debito.

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domenica 7 luglio 2013

Perché è crollato l’oro

crollo-oro-investireSubito dopo l’intervento della banca giapponese è accaduto qualcosa di altrettanto importante. L’oro ha registrato la più grossa perdita degli ultimi 20 anni, una caduta vicina a un quinto del suo valore nel giro di due giorni. Qual è la spiegazione?
Nei mercati dove si negoziano i metalli circola un sospetto: dietro quella «legnata» c’è una regia delle banche centrali con una parte attiva svolta dalla Federal Reserve. Il crollo verticale dei prezzi è stato alimentato da un ordine in vendita di 28 miliardi di dollari ben visibile a tutti, chi può permettersi simili esposizioni? Le banche centrali hanno voluto lanciare ai mercati un segnale: i soldi delle iniezioni di liquidità immessi devono essere impiegati nell’acquisto di azioni e titoli governativi periferici europei.

Ed in effetti è quello che sta accadendo, delle piazza finanziarie azionarie si è già detto quanto ai titoli di stato: il rendimento del Btp a 10 anni, per esempio è sceso in poche settimane di 110 centesimi, passando dal 4,90% circa al 3,80%. In Spagna le cose non sono andate diversamente sempre il titolo a 10 anni ha registrato una discesa dal 5,00% al 4,20%.

La discesa dei rendimenti sui titoli di stato e il contestuale apprezzamento ha fatto salire il valore delle banche italiane per la stessa ragione per cui quando ci fu invece un innalzamento del famoso spread i bancari crollarono. I bilanci delle banche sono pieni di governativi tricolore. I titoli degli istituti di credito pesano sul listino italiano oltre il 30% e così quando salgono si portano dietro tutta Piazza Affari.

Ma torniamo al punto, cosa c’entra dunque il crollo dell’oro con l’afflusso di liquidità a periferici e alle azioni? Se come accaduto altre volte le manovra espansive delle banche centrali finivano per premiare anche le materie prime gli effetti positivi delle iniezioni erano annullati dai rialzi dei prezzi delle commodity. Quando petrolio, alluminio e rame lievitano di prezzo contribuiscono ad alimentare aspettative di rialzo dei prezzi al consumo e quindi potenziali minacce inflazionistiche. L’inflazione finisce, poi, per mangiarsi le aspettative di crescita a parità di reddito disponibile. Un pericolo da scongiurare.

Messaggio ricevuto, nessuno dopo il crollo dell’oro delle ultime settimana pensa più di investire sul metallo giallo e in altre materie prime sfruttando l’onda della liquidità delle banche centrali.
L’oro ha finito per essere il bersaglio preferito per due motivi. Il prezioso è diventato l’indicatore più sensibile dell’annacquamento della moneta, stampare soldi finisce per fargli perdere di valore. Il grafico dei prezzi dell’oro è praticamente sovrapponibile all’andamento dell’espansione del bilancio delle banche centrali. Sabotato il «termometro», le manovre saranno meno suscettibili di valutazioni e critiche.

L’oro è poi la seconda materia prima a scopo di investimento dopo il petrolio. Si compra a prescindere dalle necessità industriali e commerciali. Negli indici delle commodity ha un peso rilevante, affossare l’oro vuol dire, come poi lo è stato, penalizzare quasi tutte le materie prime.

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venerdì 5 luglio 2013

Previsioni cambi dollaro euro yen estate 2013

forex cambio euro dollaro yenDollaro forte e bond deboli. Questa appare la situazione nei mercati valutari e obbligazionari dopo l’ultimo ribasso allo 0,50% del tasso sconto da parte della Banca centrale europea che, alla presenza di un rallentamento ulteriore del ciclo economico e di fronte alla debolezza delle materie prime, ha messo definitivamente da parte i timori di una ripresa dell’inflazione, per favorire una ripresa delle esportazioni.

Questo ha favorito una sorta di primo indebolimento sulle obbligazioni internazionali a partire dal Treasury americano: le quotazione del future Tbond a 10 anni sono scese ai minimi di 141 punti con una perdita da inizio anno del 4%, mentre quelle dell’omologo giapponese sono arretrate di un punto e mezzo percentuale. È possibile che questo ribasso sia considerato come l’ultimo possibile per la Banca centrale europea per favorire la ripresa economica, lasciando liberi i tassi minimi di oscillare in maniera più ampia, e di creare di conseguenza le prime tensioni al rialzo sui tassi a breve.

Dopo i ripetuti ribassi delle banche centrali—a partire da quella americana per uscire dalla crisi dei sub-prime nel 2008 passando per quella giapponese dopo il dramma del terremoto di Fukushima nel 2011 fino all’intervento della banca centrale svizzera contro l’indebolimento dell’euro con il franco svizzero — la situazione ora, indica fasi di violenti ribassi nelle quotazioni delle obbligazioni governative, favorite anche dai continui rialzi dei mercati azionari, soprattutto americano e giapponese. In questo scenario solo la banca centrale cinese aveva rialzato i tassi nei mesi scorsi, frenando la ripresa dell’economia, con lo scopo d’impedire la formazione di una bolla immobiliare anche sul mercato di Pechino.

Questa serie d’interventi ha favorito così un nuovo miglioramento generale in campo valutario del dollaro americano, che si è rivalutato di ben 18 punti percentuali contro lo yen giapponese, di sette punti contro il dollaro australiano, storico indicatore delle tensioni al rialzo sui prezzi delle materie prime, e di sei punti contro la moneta rifugio, per eccellenza, come il franco svizzero. Stabile invece, nonostante tutti i catastrofisti che lo scorso anno vedevano l’euro a 1,10, il cambio tra dollaro e euro, contro il quale la valuta europea, nonostante il ribasso dei tassi mantiene un livello di 1,29-1,30, con una perdita percentuale da inizio anno di un punto e mezzo.

La domanda che gli operatori si pongono, soprattutto dopo il recente crollo del Tbond, del Gilt e del Jgb giapponese, è quella di valutare il rischio dei bond governativi europei dopo il recupero registrato negli ultimi nove mesi e i continui record messi a segni dal titolo di Stato tedesco. Se, infatti, dal grafico dell’Euribor a tre mesi non giunge ancora alcun segno di ripresa—è stabile ai minimi storici di 0,20% — anche dai tassi a breve americani a 0,27% non arrivano particolari segnali di tensione, mentre quelli giapponesi sono addirittura a 0,15%.

Sono solo falsi allarmi quelli che stanno arrivando dal mondo obbligazionario e valutario? Solo semplici movimenti di assestamento all’interno di trend di lungo periodo di stabilità? Considerando le previsioni di crescita economica ancora deboli sia in Europa che in Cina, l’attuale situazione sul fronte tassi non presenta segnali di svolta verso il bello e i pericoli possono giungere ancora da nuove crisi di fiducia. La valuta più forte nel 2013 non è stato quindi il dollaro, ma lo yuan cinese, che dall’agosto del 2010, quando fu accusato di essere sottovalutato, è salito dell’11 per cento sia contro dollaro che contro euro. Eppure, nonostante le attese, la ripresa nel Vecchio Continente non è ancora arrivata

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mercoledì 3 luglio 2013

Perché lo yen giapponese si svaluterà

previsioni yen giapponeseCriticata per un decennio per fare le cose “too little, too late”, la Banca del Giappone, sotto la guida del nuovo governatore Haruhiko Kuroda diventa rivoluzionaria, intervenendo in modo “fast and furious” con una serie di misure di politica monetaria sorprendenti. Kuroda ha difatti deciso di raddoppiare entro la fine del 2014 sia la base monetaria, sia il balance sheet dell’Istituto Centrale, principalmente attraverso il raddoppio degli acquisti di titoli pubblici (e della loro durata residua media) e anche di strumenti finanziari privati rischiosi come gli ETF.

Tutti i tabù sono in effetti caduti. Lo scorso 4 aprile il Governatore ha annunciato un aggressivo programma di misure non convenzionali. Una terapia sperimentale d’alleggerimento monetario dalla durata di due anni snodata principalmente in tre punti: raggiungere entro il 2014 un tasso di inflazione target pari al 2% rispetto allo -0,7% corrente; raddoppiare la base monetaria passando dai 1450 miliardi di fine 2012 a 2900 nel 2014 mediante l’acquisto di titoli di Stato (quantitative easing) e, in ultimo, la ricomposizione del portafoglio titoli detenuti dalla Banca con l’incremento dell’esposizione verso titoli a lungo termine con seguente spostamento dell’orizzonte temporale dai 3 ai 7 anni (qualitative easing).

Tre misure di breve periodo che risultano delle vere proprie stoccate alla paralisi dell’economia del Sol Levante. Con l’obiettivo di indebolire lo yen per stimolare la crescita dei prezzi e il rafforzamento dell’export, la Banca del Giappone vuole gettare le basi per invertire quel processo di accumulo di troppa liquidità da parte delle aziende. Con tassi d’interesse nominali prossimi allo zero e l’indebolimento della moneta, la BOJ vuole quindi favorire una crescita degli investimenti e una riduzione dei risparmi.

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lunedì 1 luglio 2013

Forex–previsioni rupia indiana

Rupia – quali prospettive? Il 2013 è caratterizzato da una domanda difficile ma decisiva in quale direzione andrà la Rupia?

Il Subcontinente Indiano soffre attualmente di un eclatante indebolimento della crescita economica. Con una crescita stimata del 4,86% del Prodotto Interno Lordo (PIL), il 2012 dovrebbe essere stato l’anno peggiore da dieci anni a questa parte. Per dare impulso alla crescita, la Reserve Bank of India (RBI) in gennaio e marzo ha ridotto i tassi d’interesse guida di 25 punti base ognuno, fino al 7,50%.

Si escludono comunque ulteriori massicce riduzioni di interessi, in quanto l’India soffre di un tasso di inflazione relativamente alto. Infatti in febbraio il tasso di inflazione annuale basato sul Wholesale Price Index (WPI) è aumentato del 6,84%. Forti incrementi sono stati registrati soprattutto nei prezzi di carburante ed energia, che sono aumentati del 10,47%, e nei prezzi per gli alimenti con un a u m e n t o dell’11,38%.

“Il mercato osserva l’andamento dei dati sull’inflazion e“, af f e rma Edelweiss Financial Advisors, una delle società di gestione patrimoniale presenti sul mercato indiano. E guardando alla Rupia: “le persistenti perplessità sul lo sviluppo dell’economia indiana [...] potrebbero esercitare ulteriore pressione sulla moneta indiana.“ Conclusione. Le prospettive per la Rupia rimangono incer te sot to la riga. Tendenzialmente la moneta indiana nel 2013 potrebbe rimanere sotto pressione a causa di un debole sviluppo economico.

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